La figlia disubbidiente che sposò un teschio

13/10/2025
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06:24

letto da Annabella Calabrese



La figlia disubbidiente che sposò un teschio

Provenienza: NIGERIA (AFRICA)

 

Effiong Edem era originario della città di Cobham. Aveva una figlia molto bella, di nome Afiong. Tutti i giovani del paese volevano sposarla a causa della sua bellezza; ma lei rifiutava ogni proposta di matrimonio, nonostante le ripetute insistenze dei suoi genitori, poiché era molto vanitosa e diceva che avrebbe sposato soltanto l’uomo più bello del paese, che doveva essere giovane, forte e capace di amarla come si deve.

La maggior parte degli uomini che i suoi genitori volevano farle sposare, sebbene ricchi, erano vecchi e brutti. Così la ragazza continuava a disobbedire ai suoi genitori, che ne erano profondamente addolorati.

Il Teschio, che viveva nella terra degli spiriti, sentì parlare della bellezza di questa fanciulla di Calabar e pensò che gli sarebbe piaciuto sposarla; così andò dai suoi amici e prese in prestito da loro diverse parti del corpo, tutte le migliori. Da uno ottenne una bella testa, un altro gli prestò un corpo, un terzo gli diede delle braccia forti, e un quarto un bel paio di gambe. Alla fine fu completo, e divenne un perfetto esemplare di giovinezza virile.

Lasciò quindi la terra degli spiriti e andò al mercato di Cobham, dove vide Afiong, e ne rimase molto colpito.

In quel periodo Afiong aveva sentito dire che al mercato era stato visto un uomo bellissimo, più bello di qualunque abitante del posto. Si recò allora subito al mercato e, appena vide il Teschio rivestito della bellezza presa in prestito, se ne innamorò perdutamente e lo invitò a casa sua. Il Teschio, felicissimo, la seguì e, giunto a destinazione, fu presentato ai genitori della ragazza. Subito chiese il loro consenso a sposarla. All’inizio essi rifiutarono, poiché non desideravano che la figlia sposasse uno straniero, ma infine cedettero.

Il Teschio visse con Afiong due giorni nella casa dei suoi genitori, poi disse che desiderava condurre la moglie al suo paese, molto lontano. La ragazza accettò con entusiasmo, poiché egli era così bello, ma i genitori tentarono di dissuaderla. Tuttavia, essendo molto testarda, decise di partire con lui e così si misero in cammino insieme.

Dopo alcuni giorni, il padre consultò il proprio uomo di ju-ju, il quale, gettando i dadi, scoprì subito che il marito della figlia apparteneva alla terra degli spiriti e che l’avrebbe sicuramente uccisa. Allora tutti piansero la ragazza come se fosse già morta.

Dopo aver camminato ancora per giorni, Afiong e il Teschio superarono il confine tra la terra degli uomini e quella degli spiriti. Appena vi misero piede, un uomo reclamò al Teschio le sue gambe, un altro la sua testa, un altro ancora il corpo, e così via, finché in pochi minuti il Teschio rimase solo, nella sua naturale e orribile bruttezza. Afiong, a quella vista, si spaventò e desiderò tornare a casa, ma il Teschio non glielo permise e la costrinse a seguirlo.

Quando arrivarono alla casa del Teschio, trovarono sua madre, una vecchia molto anziana e incapace di lavorare, che poteva appena trascinarsi. Afiong fece del suo meglio per aiutarla: cucinava, le portava l’acqua e la legna. L’anziana, grata di quelle attenzioni, presto prese ad affezionarsi alla ragazza.

Un giorno la vecchia disse ad Afiong che si dispiaceva molto per lei, ma tutti gli abitanti della terra degli spiriti erano cannibali e, appena avessero saputo che c’era un essere umano nel loro paese, sarebbero venuti ad ucciderla e a mangiarla. La madre del Teschio allora nascose Afiong e, poiché la giovane si era presa tanta cura di lei, le promise che l’avrebbe rimandata a casa appena possibile, a patto che promettesse d’ora in poi di obbedire ai suoi genitori. Afiong accettò immediatamente.

La vecchia allora mandò a chiamare il ragno, un parrucchiere abilissimo, che pettinò Afiong secondo la moda più recente. Le donò anche bracciali per le caviglie e altri ornamenti, in segno di gratitudine. Poi preparò un ju-ju e chiamò i venti perché riportassero Afiong a casa. Per primo arrivò un violento tornado, con tuoni, fulmini e pioggia, ma la madre del Teschio lo respinse, giudicandolo inadatto. Poi venne una brezza leggera, e allora affidò Afiong a quel vento gentile, che la trasportò fino alla casa di sua madre e la lasciò lì, salutandola.

Quando i genitori la rividero, furono colmati di gioia, poiché ormai da mesi l’avevano data per perduta. Il padre stese morbide pelli di animali sul terreno, dal punto in cui la figlia si trovava fino all’ingresso della casa, affinché i suoi piedi non si sporcassero. Afiong camminò fino a casa e il padre convocò tutte le ragazze del gruppo di Afiong perché danzassero. I festeggiamenti e le danze durarono otto giorni e otto notti.

Quando la festa ebbe termine, il padre riferì l’accaduto al capo della città. Il capo allora emanò una legge: i genitori non avrebbero mai più dovuto permettere alle figlie di sposare stranieri venuti da terre lontane.

Il padre quindi disse alla figlia di sposare un giovane di sua fiducia, e Afiong acconsentì volentieri. Visse con lui per molti anni ed ebbero molti figli.