Rummana
letto da Ilaria Fioravanti
RUMMANA
Provenienza: Palestina (Asia)
C’era e non c’era una regina disperata per non avere figli. Un giorno guardò fuori dalla finestra e vide un uomo santo che vendeva melograni.
«Questi sono solo per le donne sterili, per aiutarle ad avere bambini.»
«È proprio ciò di cui ho bisogno!» esclamò la regina. Così l’uomo santo le vendette un solo melograno, raccomandandole che ne mangiasse metà lei e metà il re. Così fecero, e presto nacque una bambina che chiamarono Rummana, cioè “Melograna”.
Rummana crebbe bellissima, ma molto protetta. Era così preziosa per i suoi genitori che veniva costantemente sorvegliata e tenuta entro le mura del palazzo. Eppure lei desiderava assaporare la libertà.
Finalmente riuscì a convincere i genitori a permetterle un’uscita per un campeggio.
Rummana si deliziava tra prati, fiori e uccelli. La nutrice la accompagnava mentre si addentrava sempre più nel bosco alla ricerca di fiori. Stanca, la nutrice si sedette a riposare e le disse di non allontanarsi. Ma si addormentò.
Rummana, rapita dalla bellezza della natura e dalla libertà, perse presto l’orientamento. Vagò finché non arrivò a una capanna. La porta era aperta, e lei entrò coraggiosamente.
Non c’era nessuno. Esplorò la casa e trovò tre servizi di piatti apparecchiati e animali appesi in una stanza sul retro: era la casa di tre fratelli cacciatori. Affamata, tagliò un po’ di carne, la cucinò, mangiò e poi riordinò tutto. Infine si addormentò in un ripostiglio della cucina.
Al ritorno, i fratelli si meravigliarono del cibo ancora caldo e della casa ordinata.
«Chiunque tu sia, uomo o djinn, esci così possiamo ringraziarti», dissero.
Rummana udì, ma non ebbe il coraggio di uscire. I fratelli cercarono invano.
Il giorno dopo, la scena si ripeté. Questa volta, tornando, esclamarono:
«Se sei un uomo sarai nostro fratello; se sei una donna, sarai nostra sorella!»
Ancora una volta Rummana esitò, ma il più giovane dei fratelli la trovò nel ripostiglio e la condusse fuori.
I fratelli discussero su chi dovesse sposarla, tanto era bella. Ma il più giovane disse: «No, è troppo giovane e, inoltre, abbiamo detto che sarà per noi come una sorella.» Così decisero di vivere come cari fratelli e sorella.
La vita scorreva felice, ma Rummana sentiva la mancanza dei suoi genitori.
Un giorno, finita la legna per il fuoco, si mise in cerca e vide in lontananza una fiamma. La seguì e trovò un ghoul accovacciato presso un fuoco: c’era chi lo diceva spirito, chi mostro divoratore di uomini e frequentatore di cimiteri.
«Salute, Zio», disse Rummana.
«Sei stata tu a salutarmi per prima, dunque non posso mangiarti.»
(Bisogna sempre salutare un ghoul per primo, perché così non può divorarti).
«Posso avere un tizzone del tuo fuoco per accendere il mio?»
«Certo. Dammi il tuo fazzoletto, così lo riempirò di grano bollito.»
Rummana, terrorizzata, non osò rifiutare. Prese il tizzone e il fazzoletto e tornò a casa, lasciando però dietro di sé una scia di chicchi.
Il giorno dopo, i fratelli uscirono a caccia e Rummana chiuse la porta a chiave. Ma il ghoul seguì la scia e bussò.
«Chi è?» chiese Rummana.
«Sono io, tuo zio il ghoul. Apri!»
«Non posso», rispose lei, cercando di avere sangue freddo. «I miei fratelli mi chiudono dentro.»
«Allora passa fuori il dito.»
Tremante, Rummana obbedì, e il ghoul le succhiò il sangue.
Giorno dopo giorno, il ghoul tornò, finché la fanciulla si indebolì per la perdita di sangue. I fratelli, alla fine, la convinsero a confessare.
«Perché non ce l’hai detto?»
«Avevo paura per voi», rispose.
«Non temere. Uccideremo il ghoul!»
Così finsero di uscire, ma rimasero nascosti. Quando il ghoul cominciò a succhiarle il dito, il fratello minore gli vibrò un fendente al collo.
«Colpisci ancora, ragazzo coraggioso!» gridò il ghoul.
«No! So bene che un solo colpo uccide un ghoul, ma un secondo lo riporterebbe in vita!» E il ghoul morì.
Ma Rummana giaceva senza vita sulla soglia. I fratelli, disperati, la posero in una bara di vetro legata al dorso di un cammello bianco, lasciandolo andare nella speranza che qualcuno le desse sepoltura.
Il cammello giunse ai giardini del palazzo, dove il principe vide lo spettacolo meraviglioso e, innamoratosi, portò Rummana nelle sue stanze. Chiese alla madre di prepararla per la sepoltura.
La regina lavò il corpo della fanciulla, ma un dente del ghoul le scivolò di mano: Rummana respirò e si risvegliò debolmente. La regina la curò con medicine e buon cibo finché non tornò in salute, poi disse al figlio che la sua amata era viva.
Rummana e il principe si sposarono, ebbero figli e vissero felici, anche se lei rimpiangeva i suoi fratelli e genitori. Per ritrovarli, il principe fece dipingere il ritratto di Rummana e lo pose sopra una fontana nella piazza, con guardie a sorvegliarlo.
Un giorno, tre viandanti lo videro e piansero. Erano i fratelli di Rummana! Furono condotti al principe e la riunione fu splendida.
Tempo dopo arrivarono due pellegrini anziani: erano i suoi genitori. La gioia fu immensa. Il re, padre di Rummana, rimase tanto colpito dalla saggezza del più giovane dei fratelli che lo rimandò nel suo regno a governare al suo posto, ormai divenuto pellegrino santo. Gli altri fratelli rimasero con Rummana e tutti vissero molto felici e contenti.